COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
dei Comitati Nocorridoio Roma-Latina e Nobretella Cisterna -Valmontone.
dei Comitati Nocorridoio Roma-Latina e Nobretella Cisterna -Valmontone.
Oggetto: Il rinvio a
giudizio per danno erariale sia solo l'inizio di un atto di giustizia
complessivo.
La Corte dei Conti ha
quantificato un danno erariale da 20 milioni di euro “per mancato risparmio”.
Per questo sono stati citati in giudizio undici persone tra funzionari
regionali e imprenditori, compreso l’ex governatore Francesco Storace. Nel 2003
fu creata la società mista Arcea, con il 51% del capitale di proprietà della
Regione Lazio e l'altro 49% di tre soggetti privati (Consorzio 2050, Autostrade
per l'Italia e MPS) incaricata di realizzare e gestire l’autostrada a pedaggio.
La progettazione
preliminare e definitiva venne affidata senza gara al Consorzio 2050, uno dei
tre soci privati di Arcea, per 40 milioni di euro. I pm contabili hanno
raffrontato i costi sostenuti nel 2010 per la progettazione di un’opera
analoga, la Trento-Rovigo, e sono arrivati alla conclusione che si sarebbero
potuti risparmiare esattamente 19.858.120 euro. In più la Regione non avrebbe
dovuto assegnare direttamente ad Arcea la progettazione e questa non avrebbe
dovuto assegnare a sua volta l’incarico al Consorzio 2050. Secondo l’accusa,
senza un regolare confronto concorrenziale, sarebbero stati sprecati quasi 20
milioni di euro: soldi che ora la procura contabile chiede che vengano
restituiti alla collettività da coloro che ritiene responsabili di quella
decisione o del mancato controllo.
Si sono elargiti e
gonfiati i costi in fase di progettazione per decine di milioni di euro per
studi, saggi e varianti. Ad oggi, è stata superata ampiamente la cifra di 120
milioni di euro e nessun cantiere è mai stato aperto. Senza contare le ricche
retribuzione, per oltre 2 milioni di euro, intascate dai membri dei due
Consigli di Amministrazione di ARCEA e di Autostrade del Lazio. Inoltre, è
tuttora pendente una denuncia/arbitrato dei soci privati di ARCEA verso la
Regione Lazio, che in 1° grado (è in corso l’appello) ha condannato l'Amministrazione
Regionale ad un indennizzo di altri 67 milioni di euro. In ogni caso sono tutti
soldi dei cittadini, sottratti ad opere utili, sociali ed efficaci.
Le decine di varianti,
non sono mai state fatte per “migliorare” questa Grande Opera, ma per mettere
gli Uffici di Autostrade del Lazio a disposizione degli amici dei politicanti,
a cui hanno spostato diverse volte il tracciato, recando danno al vicino meno
amico: un vero e proprio nimbismo clientelare ed istituzionale!
Una domanda sorge
spontanea: perché la magistratura ha chiamato in giudizio solo la Giunta
Storace, quando tra gli imputati ci sono dirigenti delle Amministrazioni
Regionali, in primis quella di Marrazzo, passati poi in tutte le successive
Giunte? Gli stessi che, omettendo i controlli dovuti, hanno usato e acquisito
la progettazione dell'Arcea. Le Giunte Polverini e Zingaretti, hanno perfino
resuscitato e approvato il progetto del tratto Roma-Fiumicino - Tor de Cenci,
con una Verifica d'Impatto Ambientale (VIA) non più idonea, visto che il
territorio coinvolto era ieri una area verde incolta, ma oggi esiste il
quartiere di Torrino-Mezzocammino con la presenza di 20mila abitanti, che
vivrebbero sotto l'inferno dell'inquinamento acustico ed atmosferico
dell'autostrada che attraverserebbe le loro case.
Il cantiere non è stato
ancora aperto. Prima che sia troppo tardi è ancora possibile un passo indietro
deciso per ritirare responsabilmente, e una volta per tutte, il progetto
devastante e costoso dell'autostrada/bretella a pedaggio: fare giustizia ora e
non (forse) dopo che i privati si saranno intascati la quota parte di 468
milioni di euro pubblici attualmente stanziati.
10 Febbraio 2015
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