lunedì 9 febbraio 2015

Il rinvio a giudizio per danno erariale sia solo l'inizio di un atto di giustizia complessivo.

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
dei Comitati Nocorridoio Roma-Latina e Nobretella Cisterna -Valmontone.
Oggetto: Il rinvio a giudizio per danno erariale sia solo l'inizio di un atto di giustizia complessivo.
La Corte dei Conti ha quantificato un danno erariale da 20 milioni di euro “per mancato risparmio”. Per questo sono stati citati in giudizio undici persone tra funzionari regionali e imprenditori, compreso l’ex governatore Francesco Storace. Nel 2003 fu creata la società mista Arcea, con il 51% del capitale di proprietà della Regione Lazio e l'altro 49% di tre soggetti privati (Consorzio 2050, Autostrade per l'Italia e MPS) incaricata di realizzare e gestire l’autostrada a pedaggio.
La progettazione preliminare e definitiva venne affidata senza gara al Consorzio 2050, uno dei tre soci privati di Arcea, per 40 milioni di euro. I pm contabili hanno raffrontato i costi sostenuti nel 2010 per la progettazione di un’opera analoga, la Trento-Rovigo, e sono arrivati alla conclusione che si sarebbero potuti risparmiare esattamente 19.858.120 euro. In più la Regione non avrebbe dovuto assegnare direttamente ad Arcea la progettazione e questa non avrebbe dovuto assegnare a sua volta l’incarico al Consorzio 2050. Secondo l’accusa, senza un regolare confronto concorrenziale, sarebbero stati sprecati quasi 20 milioni di euro: soldi che ora la procura contabile chiede che vengano restituiti alla collettività da coloro che ritiene responsabili di quella decisione o del mancato controllo.
Si sono elargiti e gonfiati i costi in fase di progettazione per decine di milioni di euro per studi, saggi e varianti. Ad oggi, è stata superata ampiamente la cifra di 120 milioni di euro e nessun cantiere è mai stato aperto. Senza contare le ricche retribuzione, per oltre 2 milioni di euro, intascate dai membri dei due Consigli di Amministrazione di ARCEA e di Autostrade del Lazio. Inoltre, è tuttora pendente una denuncia/arbitrato dei soci privati di ARCEA verso la Regione Lazio, che in 1° grado (è in corso l’appello) ha condannato l'Amministrazione Regionale ad un indennizzo di altri 67 milioni di euro. In ogni caso sono tutti soldi dei cittadini, sottratti ad opere utili, sociali ed efficaci.
Le decine di varianti, non sono mai state fatte per “migliorare” questa Grande Opera, ma per mettere gli Uffici di Autostrade del Lazio a disposizione degli amici dei politicanti, a cui hanno spostato diverse volte il tracciato, recando danno al vicino meno amico: un vero e proprio nimbismo clientelare ed istituzionale!
Una domanda sorge spontanea: perché la magistratura ha chiamato in giudizio solo la Giunta Storace, quando tra gli imputati ci sono dirigenti delle Amministrazioni Regionali, in primis quella di Marrazzo, passati poi in tutte le successive Giunte? Gli stessi che, omettendo i controlli dovuti, hanno usato e acquisito la progettazione dell'Arcea. Le Giunte Polverini e Zingaretti, hanno perfino resuscitato e approvato il progetto del tratto Roma-Fiumicino - Tor de Cenci, con una Verifica d'Impatto Ambientale (VIA) non più idonea, visto che il territorio coinvolto era ieri una area verde incolta, ma oggi esiste il quartiere di Torrino-Mezzocammino con la presenza di 20mila abitanti, che vivrebbero sotto l'inferno dell'inquinamento acustico ed atmosferico dell'autostrada che attraverserebbe le loro case.

Il cantiere non è stato ancora aperto. Prima che sia troppo tardi è ancora possibile un passo indietro deciso per ritirare responsabilmente, e una volta per tutte, il progetto devastante e costoso dell'autostrada/bretella a pedaggio: fare giustizia ora e non (forse) dopo che i privati si saranno intascati la quota parte di 468 milioni di euro pubblici attualmente stanziati.
10 Febbraio 2015

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