martedì 24 marzo 2015

L’autostrada che… Incalza!

Nel corso del mese di marzo, la commissione incaricata, dovrebbe definitivamente varare l’apertura dei cantieri per una colossale opera che dovrebbe devastare il territorio dell’agro romano a favore di una dubbia necessità di mobilità. Parliamo dell’autostrada a pedaggio Roma-Latina. Peccato che a decidere quello di cui i cittadini hanno bisogno siano alcuni indagati, un Ministro dimissionario e alcune aziende sotto pressione di giochi di potere.

di Claudio Auriemma
Lo scorso 25 febbraio, si è tenuta una delle riunioni della Commissione che dovrebbe aggiudicare l’appalto miliardario per la costruzione dell’inutile autostrada a pedaggio Roma – Latina. Un mega progetto, impattante e dannoso per l’ambiente nato dalle fantasie lombrosiane di quel “sistema” di potere che è oggi al centro di un’importante inchiesta portata avanti dalla Procura di Firenze e che verte a far luce sulla fitta rete di interessi, affari e malapolitica che ruota intorno al palazzo di Porta Pia.
cantiere-tav-maggio-2013-6Il Centro di Documentazione sui conflitti Ambientali, un organismo di documentazione e di informazione nato dal lavoro della associazione “a sud”, ha definito questo progetto come un “conflitto ambientale”, lì dove per conflitto ambientale si intende un opera che ha un impatto particolarmente elevato in termini di sfruttamento delle risorse naturali e dei beni comuni. Che prevede la perdita per la comunità di aree verdi, di biodiversità, di inquinamento delle falde acquifere e delle acque di superficie, oltre che determinare un danno alla resilienza ecologica del territorio dove andrebbe ad insistere. Senza poi parlare delle conseguenze socio economiche che ruotano intorno ad un progetto di questa portata, il rischio di corruzione negli appalti e nei sub-appalti che un opera come questa può generare è elevato e non facile da determinare in solo ambito progettuale. Ma i motivi che determinano che quest’opera sia impattante non sono finiti qui.
Viste le ultime notizie in campo giudiziario, vogliamo approfondire proprio il lato socio economico della vicenda per cercare di far luce su quali sono gli attori che ruotano intorno alla vicenda.
Comitati che si sono presentati alla riunione della Commissione lo scorso febbraio si sono trovati davanti ad un tavolo al quale erano seduti: da un lato i Commissari e dall’altro gli imprenditori della concessione autostradale formati da due mega cordate: una guidata daSalini Impregilo, Astaldi, Pizzarotti e Ghella. L’altra formata dal Consorzio stabile Sis (società consortile per azioni), una consolidata alleanza italo-spagnola nata su spinta del colosso iberico “Sacyr y Vallermoso” e oggi controllata al 51% dal gruppo “Fininc” di Torino (tramite la società di costruzioni Inc spa e la società di ingegneria Sipa Spa), contro il 49% di Sacyr.
Un nome tra tutti ci colpisce particolarmente, la presenza a quel tavolo della Ghella SpA, riconducibile a Giandomenico Ghella, uno dei nomi nel registro degli indagati nel procedimento n° 15144/2013 del R.G. N.R. e n° 10785/2014 del R.G. Redatto dal Giudice per le indagini preliminari Angelo Antonio Pezzuti del Tribunale di Firenze. Come anche ci colpisce la presenza di Pizzarotti, che ha subito pressioni da parte del sistema Incalza/Perotti che lo ha indotto “a promettere a Perotti Stefano ed ai professionisti a lui vicini Fermi, Li
Calzi ed Oliva, il conferimento dell’incarico di progettazione e direzione lavori con riferimento alla realizzazione del lotto funzionale “Brescia-Verona” come è anche interessante rilevare che una altra delle società sedute a quel tavolo si possono ritrovare nelle oltre 200 pagine di quel fascicolo. La Salini-Impregilo sembra aver ricevuto un trattamento di favore da parte del sistema Incalza/Perotti “a fronte dell’affidamento a Perotti Stefano, da parte del suddetto Consorzio, dell’incarico di direzione dei lavori” nell’ambito della realizzazione della tratta ferroviaria ad alta velocità Genova-Milano Terzo Valico di Giovi (contratto sottoscritto il 14.1.2014). Citiamo i virgolettati estratti dal fascicolo del Tribunale di Firenze (n.d.r.)
Senza approfondire di più, ci chiediamo come sia possibile che un opera che nasce da esigenze affaristiche, anche se poi sarà il terzo grado di giudizio a darcene conferma, contraria al parere di Cittadini, Comitati, archeologi ed ambientalisti non debba assolutamente essere fermata e rivalutata in base alle osservazioni e alle memorie presentate da tutti gli attori in campo. Inoltre tutti i cantieri riconducibili a queste lobby affaristiche andrebbero riconsiderati e ne andrebbero valutati i motivi ostativi mossi dalle Associazioni che si occupano di difesa ambientale. Se esiste un popolo nutrito di cittadini che hanno messo dei veti su progetti che vogliono devastare il territorio in cui vivono, ed è chiaro che sono progetti che nascono per fare affari e non per necessità reali della popolazione o sulla propria esigenza di spostamento, vanno a questo punto bloccati e riconsiderati. Almeno questo sarebbe quello che dovrebbe accadere in un paese civile, certo l’Italia non sono sicuro appartenga a questa specie.
Per bloccare l’autostrada in oggetto, i Comitati chiedono la partecipazione unitaria di tutti con manifestazioni, presidi e qualunque altro metodo democratico di lotta che porti a riconsiderare tale scempio per il territorio dell’agro romano. Per tenersi informati sull’agenda delle attività
Comitato NO Corridoio Roma-Latina per la Metropolitana Leggera
web: http://quartiereroma12.blogspot.com/ – e.mail: nocorridoio@tiscali.it 
Portavoce Gualtiero Alunni – cell. 3332152909
Facebook: Comitato No Corridoio – Twitter: NoCorridoio – YouTube: XIIRoma

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